Guardiamo avanti, guardiamo indietro. Questa edizione di Weeklink racconta due storie legate alla moda e al design, di ieri ma soprattutto di domani: dall’argomento cultural-chic del momento, l’inaugurazione della mostra annuale di moda del Metropolitan Museum di New York, all’omaggio di un passato già divenuto storia da imitare. Buona lettura… e buona visione.
La moda del futuro, ma non solo: anche il rapporto tra tecnologia e artigianalità, tra arte e praticità, tra mano e macchina. Proprio “Manus X Machina” si chiama la mostra del Metropolitan Museum di New York oggi aperta al pubblico (dal 5 maggio al 14 agosto 2016). Una manifestazione dedicata all’alta sartoria e al suo sviluppo nei secoli, dal punto di vista del binomio “mano umana/strumento meccanico”.
Da Coco Chanel a Issey Miyake passando per i loro altrettanto illustri colleghi, vale la pena soffermarsi sul nome che la mostra presenta come sinonimo di moda del futuro: Iris Van Herpen. Vale la pena immaginare un avvenire abbigliato dai suoi involucri-scultura, inneggianti a strutture corazzate e debitori a un uso massiccio di materiali industriali e stampanti 3D. In attesa di indossare un corsetto disegnato e costruito dalla designer olandese, prepariamoci all’idea con alcune immagini:
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A fine aprile, artisti, designer, ma anche cinefili e lettori di tutto il mondo si sono dati virtualmente appuntamento per omaggiare i 20 anni dalla scomparsa di un grande della visual art: Saul Bass. Una definizione che, pur generosa, gli sta stretta: versatile, curioso, vulcanico, il progettista grafico americano si calò con disinvoltura nei ruoli di art director, designer, fotografo, illustratore e regista. Ha ispirato generazioni di pubblicitari con i suoi celebri loghi per grandi aziende ed è universalmente ricordato come “il padre dei titoli di testa”, oltre che per inconfondibili poster e locandine cinematografiche.
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Credits: http://theredlist.com
Perché citarlo oggi? Magari per salutarlo come “special guest” dell’italianissima collana di narrativa made in USA Black Coffee, pubblicata da Edizioni Clichy, dedicata a scoprire e riproporre le voci più fresche del panorama statunitense: voci a cui la grafica editoriale riserva un esplicito omaggio con una serie di copertine che riecheggiano con la forza le originali forme geometriche e le forti campiture dell’eclettico artista:
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Articolo: Silvia Zanolli