Il risveglio a Verona è un momento magico. Sulle rive dell’Adige si gode del dolce riflesso del sole nell’acqua e dei primi rumori di una città che si sveglia.
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Dopo un po’ di meritato riposo siamo pronti a riprendere la nostra missione di esploratori, in sella ai nostri Ducati Monster, sia sui ciottoli del centro storico che sull’asfalto delle vie più scorrevoli.
Accendiamo i motori e mettiamo i caschi, ma questa volta alla ricerca di un locale che possa rendere questo inizio di giornata ancora più saporito e rigenerante.
Non ci serve molto per trovare proprio quello che ci eravamo immaginati: in una posizione centralissima, quasi ai piedi dell’Arena, varchiamo la soglia di una dolce favola.
CAFFÈ WALLNER
Per chi è alla ricerca di dolci sapori internazionali e per chi vuole godersi tutto il gusto della tradizione italiana. A chi piace accompagnare i piccoli momenti con il caffè e a chi invece piace onorare queste occasioni con del tè.
A chi non sa dire di no al richiamo di prelibatezze dolciarie e anche a chi ha un palato squisitamente salato: Caffè Wallner è più di una pasticceria, è una fantasia di sfiziose bontà e design, dove il gusto si sposa con interni sognanti. Mettere piede in questo locale significa staccare dal tempo e immergersi in un mondo fatto di torte, pasticcini, gelato, meringhe, brioches, macaron, biscotti e pasticceria siciliana. Un mondo in cui tutto è passione, non solo per il cibo, ma anche per l’accoglienza: è facile sentirsi a casa, seduti in un piccolo salottino o accomodati al bancone per sorseggiare un ottimo caffè con l’attività dei pasticceri sullo sfondo. Un mondo dove perdersi con dolcezza, per poi ritrovarsi con un grande sorriso… e il gusto della crema ancora sulle labbra.
[ngg_images source=”galleries” container_ids=”7″ exclusions=”43″ sortorder=”41,42,44,39,40,43″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_slideshow” gallery_width=”1500″ gallery_height=”1000″ cycle_effect=”fade” cycle_interval=”5″ show_thumbnail_link=”0″ thumbnail_link_text=”[Mostra miniature]” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]Apertura al pubblico: tutti i giorni, 7.30-20.30
Torniamo sulla strada, ora con un bel pieno di energia. Partire con il piede giusto ci fa fare grandi progetti per la giornata.
La mattina è calda e tranquilla, leggermente arieggiata, con quella arietta che fa compagnia e rende tutto più leggero. Così pensiamo sia il momento di avventurarci per un nuovo percorso in centro, questa volta a piedi per lasciare poi lo spazio a uscite più lunghe durante il pomeriggio.
Ci incamminiamo e troviamo di nuovo sulla nostra strada Castelvecchio. Ieri l’avevamo visto solamente passando, ora proviamo l’emozione di camminare su quei sanpietrini che un tempo furono calpestati da sovrani, dame, signori e chissà quante altre generazioni. Sembra un tuffo nel passato attorniati da questi mattoni rossi, rinfrescati da piccole aperture che danno sull’Adige. Da una parte la basilica di San Zeno, dall’altra le tanto nominate Torricelle di Verona. Da questo ponte sembra di avere in pugno la città, di averla tutta per noi come una volta era per Cangrande della Scala. Arrivati a metà ponte, la strada a poco a poco comincia a scendere, come una passerella verso l’altra sponda del fiume. Seguiamo il suo corso ritmato, che ci accompagna fino al prossimo ponte e poi di nuovo verso le vie del centro storico.
Questa volta il nostro istinto ci porta davvero a volerci perdere: giochiamo a nascondino con la razionalità, vaghiamo di stradina in stradina e ci godiamo quest’assurda sensazione di tranquillità che Verona regala a chi si perde in lei. Il primo sole che riscalda, le abitazioni colorate che si affacciano sulle vie, i portoni che nascondono meraviglie e cortili, le cancellate che qua e là rivelano nei loro disegni la scala simbolo della città.
Più camminiamo e più ci accorgiamo dei tanti dettagli di una Verona forse invisibile ai più: simboli, particolari quasi impercettibili, strette vie e grandi piazze. Il centro storico invita ad essere esplorato, essere battuto in lungo e in largo per scoprire piccoli tesori nascosti, semplici elementi che raccontano grandi storie. E lo fa un po’ tirando indietro e un po’ sorprendendoci, portandoci fuori strada per poi tornare ai grandi fasti di una chiesa o agli antichi resti romani disseminati qua e là. Proprio in questo girovagare, torniamo ad ammirare tutto quello che ci circonda e a farci rapire anche dalla curiosità. Una volta una piazza, un’altra volta un antico pozzo. Ma ora è il turno di una vetrina, un allestimento così particolare che ci tenta: facciamo un lungo respiro ed entriamo a pieni polmoni per assaporare fino in fondo quello che già vediamo sarà una grande esperienza.
OFFICINA DELL’ARTE
Cos’è il bello se non la combinazione di materiali, passione e un pizzico di estrosa follia? In questo luogo fiori, allestimenti, complementi d’arredo e profumi si uniscono per essere un’unica cosa e dar vita a un negozio che è creatore stesso di meraviglie. Tutto è nato da un cambiamento radicale e oggi questo luogo è a sua volta una sterzata significativa per fioristi e negozi di arredamento. Qui ogni giorno va in scena un nuovo spettacolo, con richiami dagli stili nordico e francese, oggetti provenienti da tutti gli angoli del mondo e pensati solamente per dare vita a spazi originali e irripetibili. Molti lo chiamerebbero laboratorio, ma è molto di più: un raccoglitore di ispirazioni in cui entrare e perdersi, senza mai riuscire a uscirne del tutto. Perché chiunque entri qui lascia una parte del suo cuore nascosto tra le foglie di una pianta o i petali di un fiore.
Apertura al pubblico: martedì – sabato 9.30 – 13 / 15.30 – 19.30, domenica 10 – 13, lunedì chiuso.
Questi piccoli salti in nuove dimensioni sono una botta di vita per lo spirito. Torniamo alle nostre moto rinvigoriti dalla prima mattinata e decisi a dedicarci un nuovo giro su due ruote attorno alla città, alla scoperta di altre sorprese, questa volta in luoghi un po’ più distanti dal centro, meno battuti dai tanti turisti che ogni anno affollano le vie più centrali.
[ngg_images source=”galleries” container_ids=”8″ exclusions=”49″ sortorder=”46,47,45,48,49″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_slideshow” gallery_width=”1500″ gallery_height=”1000″ cycle_effect=”fade” cycle_interval=”5″ show_thumbnail_link=”0″ thumbnail_link_text=”[Mostra miniature]” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]Verona non è certo una metropoli, ma come nelle grandi città anche le aree industriali o suburbane sanno regalare inaspettate sorprese. Siamo pronti ad abbandonare i colori pastello e la storia antica. Siamo pronti a vedere una Verona alternativa, fatta per intenditori e soprattutto acuti osservatori. I motori sono caldi e noi di nuovo in posizione. È bello tornare a volare su due ruote, soprattutto perché la comodità qui è di casa e si può adattare la guida a ogni situazione, da quella urbana a quella dei grandi rettilinei.
È proprio così che il centro di Verona ci apre le porte verso la zona industriale: uno stradone immenso, a più corsie, che invita a proseguire la nostra spedizione verso orizzonti ancora ignoti. Varchiamo i grandi volti e ci tuffiamo in viale Piave. La salita del cavalcavia ci rende ancora più grintosi e poi giù, come fossero montagne russe. Arrivati in zona fiera è tempo di andare a caccia, di scovare quell’ambiente particolare che trova nei capannoni il suo nascondiglio preferito.
E infatti è proprio qui, tra edifici industriali quasi anonimi che notiamo un grande cancello, un portoncino in ferro e un battente. La tentazione di farci annunciare in modo così spudorato non è poca, ma ad un tratto il cancello si spalanca e cominciamo a vedere – là in quell’angolo – un salottino artigianale che ci dà il benvenuto. E in modo altrettanto spontaneo accettiamo volentieri questo inaspettato (ma desiderato) invito.
MAISON VICENTINI
Modernariato? Troppo semplice ridurlo a questo. A Maison Vicentini tutto trova casa, spesso trasformandosi e prendendo una nuova ed eclettica identità. Qui ogni oggetto ha un valore aggiunto ed è anche questa location a darglielo: la luce che entra soffusa dai grandi finestroni là in alto, i diversi ambienti creati per far incontrare stili opposti che si attraggono, le luci e i colori originali che illuminano l’intero spazio. Immersi in questo “opificio demodé”, ci si perde fantasticando tra juke box, vecchi tavoli, divanetti, grandi insegne e flipper. E se ancora non bastasse, c’è anche un laboratorio dove tutto prende vita, trasformando vecchi pezzi di scarto in elementi essenziali per la prossima magia.
[ngg_images source=”galleries” container_ids=”10″ sortorder=”60,59,62,61,65,63,64,58″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_slideshow” gallery_width=”1500″ gallery_height=”1000″ cycle_effect=”fade” cycle_interval=”5″ show_thumbnail_link=”0″ thumbnail_link_text=”[Mostra miniature]” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]Per chi adora perdersi tra epoche e stili diversi, questo è il posto perfetto. Per chi non pone limiti all’invenzione e al riadattamento, questo è il posto perfetto. Per chi semplicemente vuole staccare dal solito rumore confuso della vita e portare con sé un pezzo unico, ecco sì, questo è il posto perfetto.
Visita: su appuntamento.
Una chiacchiera, un buon caffè e tanti sogni ad occhi aperti. Riscopriamo un mondo tutto diverso là fuori, una volta usciti dalla nostra ultima grande scoperta. Tra quelle mura industriali abbiamo messo in moto la nostra creatività, anche quella più nascosta, e ora sentiamo il bisogno di mettere in moto anche i nostri Monster.
Girovaghiamo ancora un po’ tra le strade della zona industriale, ma è in un altro luogo che troviamo il vero incanto industriale, dove il colore bianco e le forme minimali raccontano oggi storie di ingegno e feconda creatività. Dalla fiera il passo è breve: imbocchiamo una strada che taglia di netto le vie più trafficate, lasciandoci lo spazio per goderci ancora una volta il rombo dei nostri motori.
E proprio qui, sull’altra sponda dell’Adige, si ergono di fronte a noi una serie di capannoni ancora perfettamente conservati, che trasmettono una sensazione di grandezza e di grande espressione culturale. Entriamo con calma per dare un’occhiata più da vicino e riempire il grande silenzio che è racchiuso dall’abbraccio di questi giganti. Spesso questi luoghi, nelle città italiane ed europee, sono centri nevralgici della nuova creatività ed espressione artistica. E proprio qui, mentre curiosiamo tra un edificio e l’altro, ci troviamo di fronte quasi per meraviglia un’eccellenza nel mondo dell’arte, un luogo che è meta prediletta di grandi estimatori e ora anche stuzzicante occasione per noi esploratori su due ruote.
STUDIO LA CITTÀ
Tra storia e arte, una storia di arte. A pochi minuti dal centro storico, incastonato tra edifici di archeologia industriale, Studio la Città rivela la vera luce dell’arte contemporanea. Nata nel 1969, è oggi una delle più importanti gallerie indipendenti in Italia, riconosciuta e ammirata a livello internazionale.
Lontana dal circuito turistico, è un diamante da scoprire in ogni sua faccia: David Simpson, Ettore Spalletti, Jacob Hashimoto, David Leverett e tante mostre temporanee. Grandi nomi di un’arte di spessore, ricercata, con un fil rouge immancabile: l’innovazione. Tra queste pareti solo opere di artisti rivalutati, giovani promesse che si affacciano al mercato e volti conosciuti che non si sono abbandonati al mainstream.
Ma c’è una magia che questo luogo regala, con la sua presenza anche fuori da queste mura. Camminate per le strade e aprite gli occhi perché diverse opere sono ospiti in mostre esterne, a Verona, in Italia, nel mondo.
Apertura al pubblico: dal martedì al sabato, 9-13 / 15-19
Lasciamo la ricchezza di queste sale assaporando ancora la scoperta di un luogo così ricercato e stimolante. Ci affidiamo infine a una certezza: la quantità di sorprese che una città può riservare non dipende dalla sua grandezza, ma dal suo spirito.
Con un’energia tutta nuova saliamo in sella, accendiamo i motori e ci lanciamo verso Veronetta, quella zona della città che dalla parte opposta del fiume gli fa il verso, quasi volesse gridare: ci sono anch’io! Un’area rinnovata, questa, ma ancora piena di interessanti punti da osservare a poco a poco. Il primo incontro lo abbiamo con l’Università: il suo chiostro ci dà il benvenuto dalla strada, con quell’aria sofisticata e un po’ romantica che riesce sempre a fare colpo. Tutt’attorno, una miriade di locali frequentati soprattutto da studenti, piccoli luoghi di incontro che rendono vivace questa zona altrimenti troppo sobria.
Ancora una volta ci troviamo a perderci tra le piccole vie. Pensavamo fosse una prerogativa del centro storico, invece Verona continua a sorprenderci. Imbocchiamo con curiosità la via principale, per poi abbandonarla velocemente per le minuscole vie che compaiono qua e là a bordo strada. Come un labirinto mitologico, queste strade ci rapiscono tra una curva e l’altra, dandoci la sensazione di essere finalmente tornati sulla via maestra per poi ribaltare di nuovo la situazione con un’altra svolta. Ma finalmente spuntiamo – come per meraviglia – su una strada principale, anch’essa non molto grande ma promettente. Bastano infatti pochi metri e dalla strada intravediamo un magnifico giardino, un parco d’altri tempi che ci ammicca con le sue forme perfette e le piante in fiore. È Giardino Giusti, una perla rara nel cuore remoto della città, dove solo i più informati arrivano per una visita. Oppure i più temerari, come nel nostro caso.
Il suono dei motori ci riporta alla realtà: è ora di continuare la nostra visita e di cercare anche un buon locale dove saziare i nostri desideri culinari, che cominciano a farsi sentire prepotenti. Questa giornata ci ha nutriti con tantissime scoperte e novità, ma è arrivato il momento di pensare anche alla cena per questo giorno così intenso. Proseguiamo il nostro percorso fino a sbucare all’incrocio che ci presenta, davanti ai nostri occhi, tutta la maestosità di Ponte Pietra al tramonto. Uno spettacolo mozzafiato che merita una sosta. E il pensiero che Verona sia davvero la città dell’amore, non solo per Giulietta e Romeo. Con queste riflessioni che solleticano le nostre emozioni, notiamo nel girarci con le moto un locale che si affaccia sulla strada, di fronte a un giardino pubblico. Dal portoncino in ferro scendono delle scale e lì a lato si intravedono una veranda coperta e dei posti a sedere anche nella piccola piazzetta a lato. Un posticino appartato che subito ci piace. Parcheggiamo e scendiamo quegli scalini, alla scoperta di nuovi sapori che già arrivano ai nostri sensi.
BUNS
17 libri di cucina, 35 libri su Verona, 4 libri di poesia dialettale, 2 ricettari scritti a mano, 25 mappe storiche, 3 librerie, 1 negozio di antiquariato, 6 aerei, 4 strade sbagliate, 3 cuochi, 1 nonna, 3 incontri fortuiti, 1 foresta. Aprire il menù di Buns è questo e molto altro ancora. Non si tratta di scegliere un hamburger, ma di fare un viaggio tra la storia, le tradizioni e la cucina di questo luogo, tradotti in questa speciale hamburgheria gourmet. A fare il buono di questi piatti sono gli ingredienti di qualità selezionata, ma anche il locale: semplice, con quel tocco estroso nell’allestimento dei tavoli come nella presentazione dei piatti. Piccolo, raccolto, intenso. Questo è Buns, nel gusto dei suoi succulenti hamburger, nel luogo in cui tutta questa bontà prende forma. Così, tra un boccone e l’altro, si riscoprono gusti veronesi e si riconoscono sapori internazionali, a sottolineare che fare hamburger significa rifarsi a una tradizione estera, ma farli bene significa saperli rendere davvero unici.
Apertura al pubblico: dal martedì al venerdì, 12-14.30 / 19.30-23 – sabato e domenica, 19.30-23
Chiacchiere, ottimo cibo e qualche boccale di birra artigianale. Una conclusione ottima per questa intensa giornata.
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Questa passeggiata ormai notturna comincia a richiedere un po’ di sollievo, quindi tagliamo per una via in fondo alla grande piazza e proseguiamo alla ricerca di un locale che ci possa dare il saluto per questa giornata.
Nella calma apparente della città, un certo fermento attira la nostra attenzione. Attorno alla porta di un locale si affolla un bel gruppo di persone. Lo prendiamo come un buon segno e ci affidiamo alla nostra ultima avventura.
ARCHIVIO
Un piccolo locale – quasi una stanza – dove dimora la grandezza del bartending. Qui non si parla di moda, ma di uno stile di vita che prende forma in tanti cocktail eccellenti. Come fosse una cucina, in questo locale le ricette dei drink si compongono solo di ingredienti freschi, in base a ciò che offre la stagione. I gusti e i sapori tornano a essere protagonisti in ogni bicchiere, lontani dalla classica proposta commerciale, ma vicino ai gusti di ogni persona che si avvicina al bancone. Lo spazio raccolto, i resti di una vecchia birreria e il sapore di dettagli vintage rendono il locale immediatamente vicino a chiunque entri, ordini un drink e si trovi in mano un capolavoro da bere.
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Apertura al pubblico: dal lunedì al sabato, 8-00 – domenica, 11-00
Con ancora un intenso sapore sulle labbra, usciamo profondamente soddisfatti da questa nostra giornata. E piano piano, pregustando una notte cullati dalle acque dell’Adige, torniamo alle nostre moto per l’ultimo viaggio. Ma solo per oggi.
Articolo: Martina Vanzo Shooting fotografico: Barbara Rigon