Giuseppe Culicchia è uno scrittore italiano, considerato una delle voci più autentiche della narrativa italiana degli ultimi anni. Scopriamo la sua opera “Il cuore e la tenebra”.
Un grande musicista è appena morto.
Un direttore d’orchestra, un uomo controverso, baciato da una certa notorietà; padre e marito complesso.
Si chiama Federico Rallo.
Il romanzo comincia così: “Stamattina papà la tua morte è tra le notizie di Facebook”.
La voce è quella del figlio, Giulio. Sarà lui a condurre il lettore in una ricostruzione quasi poliziesca della personalità del genitore, un uomo di cui i giornali, nel dare la notizia del decesso, ricordano della sua carriera “solo che avevi fatto il giudice in una puntata di X Factor e che una sera, incrociando Giovanni Allevi nei pressi della Scala, senza neppure rivolgergli la parola lo avevi schiaffeggiato”.
La voce è quella del figlio, ma il protagonista, “in absentia”” rimane il padre, colossale, enorme, onnipresente.
«Un romanzo a cui ci si arrende, che lascia il lettore squartato. Che siate padri o siate figli, Il cuore e la tenebra vi tenderà una mano, forse scheletrica, da cui non potrete fare a meno di lasciarvi condurre».
Maestro è lo scrittore Culicchia a tratteggiarlo a lampi attraverso una sorta di epistolario che ripercorre il Novecento.
E allora: “il cuore” del titolo è il rapporto filiale, pur tra alti e punti bassissimi, straziante, spesso commovente, da scatola di Kleenex a portata di mano; “la tenebra” è invece un’ombra, il nazismo che colpisce trasversalmente il romanzo attraverso l’ossessione di Federico per la Nona Sinfonia di Beethoven diretta da Wilhelm Furtwängler alla testa dei Berliner il 19 aprile 1942, in occasione del compleanno di Hitler, talmente perfetta che lui stesso aspira a replicarla, scivolando presto in un’ossessione diabolica.
Un romanzo a cui ci si arrende, che lascia il lettore squartato.
Che siate padri o siate figli, “Il cuore e la tenebra” vi tenderà una mano, forse scheletrica, da cui non potrete fare a meno di lasciarvi condurre.
Non vi posso promettere che sarà un viaggio piacevole: la grande letteratura non è una scatola di cioccolatini.
Giuseppe Culicchia – Il cuore e la tenebra – Mondadori
Articolo: Stefano Sgambati
Shooting fotografico: Martina Padovan