Ferrara è sempre bella. Lo penso davvero, ogni volta che la vedo.
E riesce a diventare ancora più bella quando, a fine agosto, si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto per il Buskers Festival, la più grande manifestazione dedicata agli artisti di strada.
Un’idea vincente, quella del direttore artistico Stefano Bottoni, che nel 1987 ha pensato a qualcosa di unico per far conoscere a tutti il concetto di busker e, soprattutto, le meraviglie che offre la città.
Ogni anno è dedicato a un Paese ospite, da dove provengono la maggior parte degli artisti invitati, e con il quale si stabiliranno rapporti culturali di grande valore; Il 2015 è stato l’anno del Belgio.
Ma cos’è esattamente un busker? È il termine inglese che definisce un artista di strada, ovvero coloro che si esibiscono nelle vie, nelle piazze, sui marciapiedi e comprende giocolieri, musicisti, cantastorie e chi più ne ha più ne metta; vi posso assicurare che il Ferrara Buskers Festival è un’occasione unica per vederli tutti insieme.
Quando mi sono incamminata verso il centro, da via Garibaldi, ho notato un’atmosfera elettrizzante: si capiva che stava per iniziare qualcosa di magnifico. Per me il Buskers festival è paragonabile ad una festa di compleanno a cui hai sempre sognato di essere invitato, dove l’agitazione sale perché vorresti che quella serata non finisse mai. Osservavo quello che stava succedendo, la gente iniziava ad affluire, ma nei baracchini e per strada non c’era ancora coda. Tutti erano impegnati a sistemare i loro banchi per prepararsi al fiume di persone, risate, musica che sarebbero capitati di lì a breve.
Prepararsi in tempo è d’obbligo dato il numero di spettatori sempre in aumento (circa 800.000 in totale) che la città riesce perfettamente a sostenere grazie anche al progetto EcoFestival, dove si prevede l’uso di bicchieri riutilizzabili, acqua distribuita gratuitamente dalla sorgente urbana e raccolta differenziata.
Come ogni grande rappresentazione che si rispetti, c’è una particolare attenzione dedicata all’artigianato; all’interno del Giardino delle Duchesse sono allestiti gli stand degli Artisti e degli Artigiani Itineranti. Lo spirito di questa iniziativa è quello di tramandare la tradizione dell’artigianato, affiancata alle idee innovative e originali dei manufatti di oggi. Prodotti fatti a mano, vestiti, borse e accessori composti da materiale riciclato, su misura, in pelle, burattini in gommapiuma, oggetti per la casa con un gusto personale e autentico. È bello comprarli in questa cornice, direttamente dalle mani delle persone che li hanno creati, nella loro «casa».
Uscendo dal giardino mi accorgo che in un attimo la gente è già aumentata; non si capisce esattamente quando inizi il festival, ti ci ritrovi dentro come in un tornado, in pochi minuti la città si riempie, riconosci le prime note nell’aria di qualche gruppo che sta cominciando la sua performance. La prima band in cui mi imbatto è scandinava, un insieme di elementi pazzi che ricordano molto la musica balcanica, alla quale è impossibile resistere e stare fermi. Proseguendo verso la parte centrale mi si presenta un colpo d’occhio eccezionale a 360 gradi: la maestosa cattedrale di San Giorgio, con la sua piazza, e il Castello Estense. Con me, lo ammetto, si vince facile: se c’è un castello sono contenta. In ogni caso, non ho mai visto nessuno che sia venuto a Ferrara senza rimanere a bocca aperta nel guardarsi intorno.
La voglia è quella di girare senza seguire la cartina, solo seguendo la musica o una tuba in testa ad un giocoliere. In questa festa nessuno è escluso. Ci sono famiglie, gruppi di ragazzini, bambini grandi e neonati, anziani, cani, tutti sono invitati. E’ una sensazione che ti fa sentire benvoluto: nessuno guarda quello che fai, nessuno guarda come sei vestito. Sono tutti impegnati a ridere, non hanno tempo da perdere in sciocchezze. Ti senti una persona libera, pronta a esprimersi, quasi al punto che, se ti venisse il matto, potresti salire su una sedia a decantare poesie che neanche sapevi di aver scritto.
Così corri da una piazza all’altra per poter vedere tutti gli spettacoli e ti imbatti in giocolieri, clown, statue viventi e mimi. In molti si fermano incuriositi davanti al musicista che suona un hang, il particolare strumento in metallo a forma lenticolare, nato dalla ricerca di due artigiani di Berna. Un suono che calma, quasi mistico, dato semplicemente da un colpo di polso, palmo e dita della mano che, nonostante la delicatezza, riesce a farsi strada in mezzo a quel caos. Dopo un po’ di salti, giocolerie e vani tentativi nel capire come diavolo fa a stare in piedi quel personaggio strambo su un monociclo, la fame si fa sentire. Niente ristorante, si mangia all’aperto, quindi direzione piazza Castello dove la scelta tra crescione e piadina diventa ardua. Vince il crescione, anche se di misura.
Un giro all’interno del castello, cielo limpido, luna piena. Lo spettacolo sarebbe tutto lì, basterebbe sedersi sul muretto e rimanere con il naso all’insù.
Riprendendo il cammino verso la cattedrale, rimango affascinata da un gruppo jazz, seconda parte di «con me vinci facile», perché mi basta sentire il suono di un contrabbasso per iniziare a sentirmi felice. In questo festival la musica si fa strada con le proprie forze, perché non sono ammessi allacciamenti alla rete elettrica o amplificatori troppo potenti, tutto deve rientrare nella filosofia buskers e nella sostenibilità ambientale.
In mezzo a questo insieme di colori e note c’è anche una parte dedicata all’esoterismo, in via S. Romano si trovano cartomanti e lettori di qualsiasi cosa.
La festa continua fino a notte fonda fuori dal centro, lungo le mura, al Buskersnight. Penso a quando qualche attimo prima mi sono seduta sul marciapiede della piazza, con una birra in mano, a guardare le persone passare. Sì, i Buskers sono belli per quello che vedi, ma più di tutto per come ti fanno sentire. Tornare bambini per una sera è incantevole.
Si lasciano i problemi alle spalle, si torna a essere innocenti, ad apprezzare le cose semplici. E se per provare questo basta stare in mezzo alla gente, con un po’ di musica e un giocoliere, è proprio vero che nella vita serve poco per essere felici.
Se volete sentire con il cuore, citando il Piccolo Principe, il prossimo anno ricordatevi di mettervi in macchina con destinazione Ferrara Buskers Festival.
Articolo : Valentina Da Col Shooting fotografico: Francesca Canella