Dalla società liquida alla forma che la rappresenta. Dalla riproducibilità tecnica del tutto alla comunicazione come arte. Elogio della creatività e dell’artigianalità che dà carattere al carattere (grafico).
Scegliere una forma, il preciso andamento grafico di una lettera, una suggestione visiva per trasmettere un concetto, spesso emozionale. Utilizzare le lettere non per ciò che significano nel linguaggio quotidiano, ma per rivestirle di nuovo senso e di messaggi inediti. Soprattutto in un’epoca come la nostra, dove all’indiscussa vittoria della riproducibilità tecnica di ogni (leggi qualunque, n.d.r.) cosa non può che contrapporsi una comunicazione che si fa sempre più ricerca. E arte. Perché «se tutto è già stato detto e tutto si può rifare, sono le parole per dirlo, e le forme per raccontarlo, a fare la differenza».
Inizia così il suo racconto Davide Pagliardini, che ha trasformato la sua passione per il lettering, ovvero l’utilizzo sapiente e in termini pubblicitari strategico delle forme grafiche per trasmettere contenuti, in una professione che l’ha portato, di recente, anche alla sua prima mostra personale “Look here and smile“.
Ho iniziato alcuni anni fa – ha spiegato Davide Pagliardini – su delle tavole da skateboard rovinate che mi sono divertito a personalizzare. Sono poi arrivati i primi lavori importanti, tra cui quello per Cargo Design. Oggi è tra i più seguiti e ricercati artigiani italiani di questa tecnica creativa.
Come hai scelto di dedicarti al lettering?
Ogni mio lavoro, che sia lettering o in qualità di graphic designer e motion designer, altre attività delle quali mi occupo, si lega fortemente all’aspetto dell’artigianalità. Il lettering mi ha conquistato perché offre ampie possibilità creative. Studiare e creare caratteri con una particolare forma è una sfida: con sé stessi, con le esigenze del messaggio che si vuole comunicare e con l’immagine stessa che un oggetto o un concetto evocano o potrebbero evocare.
«Il Lettering mi ha conquistato perché offre ampie possibilità creative». Davide Pagliardini
Quindi l’aspetto visual del tuo lavoro diventa fondamentale?
È alla base di tutto quello che faccio, il perno sul quale creo le forme grafiche finalizzate a veicolare la comunicazione, a provocare emozioni e reazioni. Ogni linea, ogni curva, ogni dettaglio è potenzialmente un contenuto e un veicolo di comunicazione. A volte anche più del significato stesso della parola.
Come coniughi l’artigianalità creativa del tuo lavoro con l’utilizzo delle moderne tecnologie?
Tra le due cose c’è una continua tensione dialettica. Direi che, all’interno di essa, le tecnologie supportano e sollecitano la spinta creativa che rimane comunque, e per fortuna, ad esclusivo appannaggio della mente umana.
«Ogni linea, ogni curva, ogni dettaglio è potenzialmente un contenuto e un veicolo di comunicazione. A volte anche più del significato stesso della parola». Davide Pagliardini
Quali sono le forme d’arte che influenzano il tuo lavoro?
Sicuramente la cultura underground, che è un’inesauribile fonte di ispirazione. Poi la Street Art, ma anche le arti applicate, soprattutto il graphic design. E ovviamente tutto ciò che cattura la mia attenzione, da un murales di cinque metri in pieno centro alla lavagna nera che espone il menu all’esterno di un ristorante alla periferia della città.
È possibile comunicare tutti i sentimenti con il lettering?
Credo di sì: ci sono decine di font e di caratteri sui quali lavorare. E se non bastano, si possono inventare.
Quale emozione o concetto ritieni sia più difficile da comunicare?
Lo stupore è un’emozione difficilissima da evocare, poi sicuramente l’ironia. Tra i concetti nei quali mi imbatto spesso, e che richiedono un grande lavoro concettuale, c’è sicuramente l’eleganza, già di per sé non univocamente definibile.
«Lo stupore è un’emozione difficilissima da evocare». Davide Pagliardini
Se dovessi usare un font per rappresentare la comunicazione contemporanea, quale sarebbe?
Credo sia impossibile pensare ad un solo tipo di carattere per identificare la comunicazione contemporanea, che è estremamente diversificata e mutevole; inoltre, come per quasi tutto quello che è comunicazione, ci sono trend e mode, che caratterizzano i diversi periodi.
In questo momento, per esempio, mi piace molto la famiglia del Berthold Akzidenz-Grotesk, ricca di varianti e adatta ad essere distorta e modificata in tanti modi.
Articolo: Silvia Antenucci Shooting fotografico: Leonardo Kurtz